L’edizione 2019 di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, è una delle migliori di sempre, se non la migliore in assoluto.
Partecipatissima, commenti positivi, pubblico internazionale, una parata di celebrities il giorno dell’anteprima, e soprattutto molti stand di qualità. Nel settore del moderno ci sono opere che starebbero benissimo esposte nei musei, e sul contemporaneo sono intervenute importanti gallerie internazionali che hanno portato, tra i corridoi di fieramilanocity, proposte aggiornate e di alto livello. Un ottimo lavoro, quello del direttore Alessandro Rabottini: tuttavia, per fare uno scatto in più in futuro, ci sarà da migliorare l’organizzazione degli spazi in fiera, la curatela di diversi stand (alcuni, forse troppi, caratterizzati da evidenti problemi di sovraesposizione: certo, le gallerie vanno alle fiere per vendere, ma l’effetto “banco del mercato” dovrebbe essere accuratamente evitato), la ricerca (su questa rivista siamo fermamente convinti che l’arte sia cultura oltre che mercato), la comunicazione verso il pubblico (sul sito web manca un ricco catalogo degli artisti esposti). Il giudizio complessivo è comunque positivo. E come ormai Finestre sull’Arte fa per le principali fiere, ecco l’attesa lista dei dieci stand da non perdere (e questa volta introduciamo anche quattro menzioni speciali), che presentiamo di seguito in rigoroso ordine alfabetico.
1. G.A.M. Galleria d’Arte Maggiore
La G.A.M. Galleria d’Arte Maggiore è protagonista della sezione Generations, quella che propone dialoghi tra due artisti di generazioni diverse (e in alcuni casi lontane). La galleria bolognese ha operato una selezione di opere di Giacomo Balla (Torino, 1871 - Roma, 1958), tra le quali spiccano gli imperdibili Gatti futuristi, che vanno in dialogo con i lavori di Richard Rezac (Nebraska, 1952) presentati da Isabella Bortolozzi.
Balla e Rezac allo stand di G.A.M. e Isabella Bortolozzi