Per Franco Calarota della Galleria d'Arte Maggiore bisogna prima amare, poi comprare.
A quali espressioni dell'arte contemporanea guarda con maggior interesse la sua galleria?
La galleria si è sempre attenuta a una linea molto precisa. Non questa o quella tendenza, ma la qualità alta delle opere e degli autori. Jean Cocteau ironizzava già decenni fa su coloro che inseguono le "firme", a costo di accontentarsi di opere mediocri o francamente brutte. Per noi è fondamentale invece che la singola opera sia un pezzo importante di un autore importante: l'arte è esclusiva perché di qualità, non per il suo alto prezzo.
Quali sono l'artista o gli artisti che meglio rappresentano la sua galleria?
I grandi autori dell'arte moderna sono un riferimento costante della galleria: dall'Impressionismo a Klee, dal Surrealismo di Mirò, Magritte, Matta, all'avanguardia statunitense di Franz Kline e Louise Nevelson, da De Chiriico a Campigli, da Savinio a Severini. Con una predilezione per Morandi, l'autore che ci accompagna con il suo genio silenzioso.
Come va oggi il mercato dell'arte? Quali sono le prospettive per il futuro?
Finalmente il mercato dell'arte si sta trasformando. Finisce il parossismo dell'affare a tutti i costi: vendere e comprare sta tornando a essere una questione d'amore e di riflessione. In questa prospettiva la storia, la serietà, l'affidabilità di una galleria diventa un valore inestimabile. Non abbiamo mai creduto nella speculazione a breve termine. La galleria è un luogo di cultura che contribuisce, con i musei e gli studiosi, a identificare valori autentici e a farli riconoscere dai collezionisti, facendosene anche garante. Comprare e vendere è solo una faccia della medaglia: ci sono anche la catalogazione, lo studio delle opere, le pubblicazioni culturali, la collaborazione con le istituzioni pubbliche nell'organizzazione di mostre.
Su quali giovani lei consiglierebbe oggi di puntare?
Davide Benati e Nino Longobardi sono gli artisti che presentiamo. Espongono nello stesso spazio in cui sono in mostra i grandi del secolo.
Qual è il suo consiglio per chi vuole diventare oggi collezionista?
Come insegnava il gallerista Kahnweiler all'inizio del secolo, bisogna prima amare, poi comprare, Se si pensa che sono i valori storici che ti accompagnano per decenni nella vita, che rispecchiano ogni volta che li guardi l'opinione che hai di te, allora sì che scatta il vero piacere del collezionismo. Il guadagno, dunque, si ottiene non pagando meno un'opera, ma godendo del piacere esclusivo della qualità e della bellezza: guarda caso, chi ha fatto così ha sempre concluso anche buoni affari.