È Primavera tra i padiglioni di Arte Fiera, e non è una questione climatica, anche se febbraio si sta dimostrando mite. C’è proprio quel senso di rinascita che, secondo Fabrizio Padovani, direttore con Alessandro Pasotti della galleria P420 e presidente dell’Associazione delle gallerie di Arte Moderna e Contemporanea di Bologna, sta anche nell’atmosfera, nella luce, nella bellezza del ritorno agli storici padiglioni 25 e 26.
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L’atmosfera perfetta si respira ed è certamente più energica del 2020, quando ancora non sapevamo cosa sarebbe successo. La normalità si respira tra gli stand e per una volta è bello. "Il pubblico è sempre molto frizzante ad Arte Fiera e c’è tantissima gente, anche di più del 2020– è l’impressione di Alessia Calarota della Galleria d’Arte Maggiore G.a.m. –, credo anche perché questi padiglioni bellissimi invitano alla visita. Sarebbe forse bello avere un pubblico più internazionale o riuscire a mettere insieme un pubblico che sia omnicomprensivo di tutta l’Italia". E poi: "Se devo fare un appunto, l’unico, è che trovo un po’ anacronistico ormai questa divisione tra moderno e contemporaneo, anche perché noi stessi galleristi non la facciamo più: tante gallerie di contemporaneo hanno inserito artistici storici e viceversa, come noi che presentiamo un’opera di videoarte di Wim Wenders, che sta facendo questo passaggio, ne abbiamo venduta una anche al Centre Pompidou dove sarà presentata a maggio".
Si tratta di présence del 2022, 3D video-artwork di 36 minuti da esplorare col visore, in cui Wenders si ispira alle opere dell’artista francese contemporanea Claudine Drai.