La personale alla Galleria d'arte Maggiore. In questo ciclo di lavori si trova l'esperienza dei due anni vissuti in solitudine. La trasformazione digitale
«Trasguardi» è il titolo della mostra dell'artista bolognese Sissi per la sua seconda personale presso la Galleria d'arte Maggiore di Via d'Azeglio: scritto in questo modo, come un neologismo, si compone della parola «tra», che indica la trama, e «sguardi»: in effetti questi ultimi lavori di Sissi, creati in due anni di pandemia, sono fortemente pittorici, sia per l'utilizzo dei colori vivaci e squillanti, sia per una figurazione che appare improvvisamente e che nasce dal mondo interiore, liberato grazie al lungo e paziente lavoro di tessitura.
Tessere come essenza della vita
Per Sissi il tessere equivale all'essere, il tramare segue un tempo lento e il filo è un elemento che unisce, che annoda e che crea relazioni. D'altronde l'artista si è da sempre affidata al filo per unire l'interno all'esterno e per creare un doppio del proprio corpo capace di dialogare con lo spazio e farsi scultura: basta pensare alle opere create con il filo di lana lavorato con i manici di scopa in gioventù, allo scoubidou intrecciato all'uncinetto, al rattan ordito per creare i suoi nidi; tutto il suo lavoro ha a che fare con il tessere e con il cucire, attività femminili diffuse universalmente, in tutte le civiltà e in tutte le culture.
Il filo intrecciato diventa digitale
In questo ultimo ciclo di lavori però c'è l'esperienza di due anni vissuti in solitudine e dell'insegnamento in Accademia di Belle Arti fatto a distanza, che ha costretto Sissi a una trasformazione «digitale», a usare il computer come schermo, a guardare il punto cucito come un pixel, costruendo dei telai che alla fine sono finestre da cui strani personaggi guardano, presenze immaginarie ma dalla forte personalità, che rimandano alle figure dell'art brut per la loro spontaneità e visionarietà. In effetti il filo intrecciato può evocare metaforicamente la rete di internet, il macrotesto di discorsi che ospita dati e informazioni offerti e raccolti dagli strumenti multimediali: web in inglese vuol dire ragnatela, intreccio e quindi il rimando al telaio è forte. Il filo di lana, di cotone, il filo da filare e avvolgere nel fuso, il filo di cotone per intrecciare all'uncinetto (nel caso di Sissi è una spilla da balia che passa attraverso le trame) va inteso innanzitutto come filo della narrazione, perchè tutte le opere esposte in questa mostra sono legate ad un filo, appunto, che «lega» tra loro i personaggi creati dalle mani della narratrice Sissi, che si diverte a moltiplicarne le forme, sia del telaio che della trama, per raccontare la multi-diversità della specie, la sua complessità e capacità di trasformazione.
Il telaio, struttura portante
Diversi sono i telai, pensati come delle ossa che contengono i filamenti dei muscoli, differenti i personaggi creati con i fili colorati. Non può non venire in mente il lavoro di Maria Lai degli anni Sessanta, quando l'artista sarda elevava il telaio, lo strumento per tessere, a oggetto d'arte, creando opere in cui la macchina per la tessitura diventava protagonista in forme sempre nuove: ma se nell'arte di Maria Lai, il telaio diventa il supporto che dà vita alle sue creazioni, per Sissi il telaio in ceramica è un motivo osseo, una struttura portante che ha a che fare con il corpo umano e la sua anatomia, motivo conduttore di tutto il suo fare. E infatti, come per volere rompere la misura troppo ordinata delle opere allestite a parete come veri e propri quadri, due sculture presenti in mostra ci ricordano la fatica manuale che c'è dietro a questa produzione di oggetti e al lavoro della mano: una mano cogitans quella di Sissi, come direbbe Francesca Rigotti, che non solo «raccoglie, ma neppure lascia a riposo quello che ha raccolto, anzi lo agita, lo rimuove incessantemente... Grazie all'azione delle mani del corpo e delle mani della mente, in tutti questi processi un materiale inerte viene modellato e usato in forme attive». Ecco quindi trame, fili e telai, usciti dall'universo domestico femminile, si propagano, si moltiplicano, si allungano, penzolano, si annodano, si intrecciano come corde che suonano motivi diversi: sta a noi interrogare le forme, entrare nel processo manuale, riannodare i punti e attraversare gli sguardi.