Nella splendida cornice di Maggiore g.a.m. Project Room a Venezia, in sinergia con la Biblioteca Morandiana, fondata da Franco e Roberta Calarota all'interno dalla realtà istituzionale ACP - Palazzo Franchetti, una mostra mette in luce la ricerca più autentica di Giorgio Morandi attraverso la lente dei lavori su carta, incluse le sue acqueforti, considerate uno degli aspetti primari della sua arte. Acqueforti, disegni e acquerelli si fanno silenziosi, ma potenti rivelatori di uno dei caposaldi della poetica morandiana: suggerire un intero universo poetico attraverso una studiata economicità non solo di soggetti ma anche di segni. Concentrarsi su questo aspetto significa dare rilievo a una tecnica a cui Morandi si è dedicato con eccellente perizia tecnica e vena poetica per tutta la sua carriera, considerandola della stessa importanza della produzione ad olio. La mostra esamina i principali temi che hanno contraddistinto la sua opera: i paesaggi della sua città natale, i raffinati vasi di fiori e soprattutto quelle nature morte che lo hanno accompagnato per tutta la vita, trovando sempre l'equilibrio perfetto tra segni delicati e chiaroscuri intensi.
Accanto ai preziosi volumi disponibili per la consultazione della Biblioteca Morandiana, luogo dove approfondire in modo trasversale e attuale la poetica di Giorgio Morandi, all'interno della splendida cornice di ACP - Palazzo Franchetti a Venezia, apre la mostra Giorgio Morandi. L'equilibrio dei segni che intende mettere in luce la ricerca più autentica del Maestro. Acqueforti, disegni e acquerelli si fanno silenziosi ma potenti rivelatori di uno dei caposaldi della poetica morandiana: suggerire un universo poetico attraverso una studiata economicità non solo di soggetti, ma anche di segni. È in queste opere che la capacità evocativa dell'intimo e meditato mondo morandiano si manifesta ancora di più nella sua essenzialità: nelle acqueforti con il gioco cromatico limitato al contrasto tra il segno inciso e la carta, tra il tratteggio e gli spazi volutamente lasciati bianchi nella composizione; nei disegni con la matita che lascia la sua impronta sempre leggera e veloce eppure eterna; negli acquarelli con il solo colore capace di definire forme, volumi e spazi.
Grazie alla collaborazione di ACP- Art Capital Partners con la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. - che fin dalla fondazione nel 1978 si occupa della promozione di Morandi a livello internazionale - la mostra approfondisce la tecnica incisoria che è sempre stata al centro della sua ricerca artistica. Il Maestro inizia a dedicarsi all'incisione già dal 1910-11, maturando quel linguaggio e quei contenuti che lo avrebbero accompagnato per il resto della vita. Nonostante l'economia dei soggetti, le nature morte e i paesaggi che caratterizzano il suo percorso artistico si contraddistinguono per una sempre diversa intensità espressiva: si tratta di indagare a fondo tutti i possibili equilibri formali, le variazioni tonali che i diversi gradi del chiaroscuro riescono a restituire, raggiungendo così esiti sempre diversi e sempre eccellenti. Non a caso Morandi viene considerato uno dei maggiori incisori del Novecento e nel 1930 viene chiamato a ricoprire il ruolo di docente di Tecniche dell'Incisione all'Accademia di Belle Arti di Bologna, incarico che verrà rinnovato fino al 1956.
Morandi non ha mai subordinato l'arte della grafica a quella della pittura. A partire dalla Biennale di Venezia del 1928, anno in cui vi partecipa per la prima volta, Morandi seleziona le sue incisioni per presentare la sua ricerca al pubblico internazionale della Biennale. Negli anni, la resa resta sublime, così come continua la voglia di indagare a fondo gli oggetti e i luoghi che lo circondano: si tratta di variare le gradazioni tonali, calibrare a seconda dei casi la tessitura del tratteggio, sperimentare composizioni sempre diverse in base ai riflessi luminosi. La perizia e la maestria con le quali Morandi continuerà a condurre il suo lavoro gli varranno, nel 1953, il riconoscimento internazionale del Gran Premio per l'Incisione alla Biennale di San Paolo in Brasile.