Dopo la mostra che ha visto come protagonista uno dei padri del Surrealismo, Roberto Sebastian Matta, la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. è lieta di accogliere all'interno della sua sede storica a Bologna una mostra dei più grandi artisti del XX e del XXI secolo. Tra questi, un posto di particolare rilievo occuperà Giorgio Morandi, figura di spicco della prossima retrospettiva e di cui la galleria è il punto di riferimento internazionale per il mercato e la promozione culturale. Verrà inoltre esposta una selezione di artisti le cui opere hanno contribuito significativamente a costruire le fondamenta dell'arte contemporanea: Giorgio de Chirico, René Magritte, Paul Delvaux, Joan Mirò, Pablo Picasso, Arman, Andy Warhol, Georges Mathieu, Leoncillo Leonardi e opere del già citato Roberto Sebastian Matta; per poi continuare con artisti che sono in continua ascesa e ricoprono un ruolo di sempre maggior rilievo nel panorama dell'arte odierna: Sissi, Mattia Moreni, Antoni Clavè, Pablo Echaurren e Pirro Cuniberti.
In attesa della prossima grande mostra celebrativa dei primi quarant'anni di attività della Galleria dedicata a Giorgio Morandi – artista che nulla riteneva più astratto della realtà stessa e nelle cui opere rivela l'intensità significativa della quotidianità attraverso una ricerca formale di equilibrio tra luci, colori e forme – la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. presenta una selezione di opere appartenenti a correnti artistiche diverse, ma collegate conformemente tra di loro. Dalla metafisica delle opere di Giorgio de Chirico si passa al Surrealismo analizzato attraverso il distacco ermetico di René Magritte e il classicismo rinnovato delle opere di Paul Delvaux, le cui opere instaurano un magnifico dialogo con i suoi predecessori. Tra i padri del Surrealismo, Roberto Sebastian Matta si inserisce perfettamente in questo contesto e i suoi famosi inscapes guidano gradualmente verso nuovi sviluppi di stili e movimenti. Si arriva così alla pittura poetica di Joan Mirò, che mostra il proprio gioco artistico di forme e colori semplificati ma mai privi di partecipazione e contenuto. Un'importante spazio della mostra sarà dedicata al periodo informale, ben rappresentato dall'astrazione lirica di Georges Mathieu. Le sue tele si spogliano dei dogmi di cui precedentemente erano soggette per dare spazio a una poetica più libera, figlia dell'urgenza comunicativa del secondo dopoguerra. Imprescindibile il raffronto con Mattia Moreni, di cui la Galleria è anche sede d'Archivio, artista che ha vissuto a pieno diversi momenti di rilievo dello scorso secolo, rintracciabili nel suo percorso artistico ricco di punti di svolta. Leoncillo Leonardi, altro artista di cui la Galleria è sede dell'Archivio, è un passaggio obbligato per apprezzare l'Informale declinato attraverso la materia della creta, dove l'identità estetica dell'artista traspare attraverso la plasticità delle sue opere, nude, eppure rivestite di tensione. Saranno inoltre presenti opere dalla vibrante vitalità del tratto di Pablo Picasso, a cui si accosterà la figura di Antoni Clavè, i cui lavori vennero molto influenzati dal suo incontro con il pittore di Malaga. Il percorso prosegue con Arman e le sue note accumulazioni, esempi perfetti del Nouveau Réalisme, per poi avvicinarsi alla Pop Art di Andy Warhol, sempre provocatoria e dall'estetica tagliente.
Questo viaggio si conclude attraversando i toni vivaci di Pablo Echaurren – le cui opere creano un cortocircuito tra cultura alta e bassa, tra i canoni dell'arte e la fumettistica – e gli alfabeti immaginari delle delicate opere su carta di Pirro Cuniberti fino alla continua e personale ricerca sul tema dell' “anatomia emotiva” di Sissi.
L'obiettivo della mostra è quello di armonizzare in una sinfonia di correnti e percezioni artistiche le diverse estetiche degli artisti, creando un labirinto ordinato, dove accostamenti inattesi danno origine a percorsi in qualche modo insiti nell'emotività ancestrale del pubblico.