Una selezione di opere pittoriche e sculture che illustrano alcune tra le principali tappe della storia dell'arte del Novecento è visibile negli spazi della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. in un percorso che accoglie il visitatore per accompagnarlo tra le suggestioni di maestri italiani, francesi e statunitensi restituendo una panoramica variegata dell'arte occidentale e dei suoi linguaggi dalla prima metà del Novecento ai giorni nostri.
Diverse interpretazioni di spazio, materia e realtà sono gli elementi che costituiscono il fil rouge di questo allestimento. Una materia trasfigurata togliendo ed aggiungendo, affrancata da ogni impeto figurativo ed attenta piuttosto ad esprimere gli impulsi mossi da sentimenti profondi è quella plasmata da Leoncillo, che con le sculture in terracotta e grès presenti in mostra (Taglio Rosso, 1963; Gocce Rosse, 1959) introduce lo spettatore al discorso dell'Informale. È lo stesso discorso intrapreso verso la fine degli anni Quaranta e passato alla storia negli Stati Uniti sotto la denominazione di Abstract Espressionism, di cui si può osservare in mostra una testimonianza in una tecnica mista su tela che Franz Kline realizzò nel 1950 (Untitled, 1950) e dove ad assecondare il gesto creativo c'è una materia cromatica che con la sua densità reca la traccia di un'azione testimone del mondo soggettivo dell'artista. La materia intepretata per sfidare le tradizionali concezioni di spazio pittorico è quella che si trova nei Concetti Spaziali di Lucio Fontana, dove la bidimensionalità della tela è superata con un taglio netto (Concetto Spaziale, Attesa, 1959) o con la lacerazione di un foro (Concetto spaziale, 1962; Concetto spaziale 1963-1964), al fine di rompere il limite temporale della materia per plasmare una nuova dimensione protesa all'infinito. L'esplorazione di dimensioni altre mossa a partire dall'osservazione della realtà, è quella che Giorgio De Chirico mette a punto con la sua Metafisica di cui è presente in mostra, tra le altre opere, una magistrale versione di Ettore e Andromaca capace di fare immergere il pubblico nella dimensione onirica e sospesa che contraddistingue tutta l'opera del maestro. La realtà analizzata nei suoi meccanismi di produzione e di consumo è quella raccontata da Arman con le sue Accumulation, e in particolare con la scultura Rampante, una versione ridotta della monumentale opera dedicata alla Ferrari realizzata nel 1999 con la promozione della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. e installata di fronte all'Autodromo di Imola; una visione della realtà oggettuale e tangibile agli antipodi di quella diGiorgio Morandi, che attraverso le sue nature morte e i suoi paesaggi persegue con silente tenacia il tentativo di afferrare l'astrazione che costitiuisce l'essenza fondante di tutto ciò che ci circonda. Il percorso epositivo si sviluppa nelle atmosfere pop dei quadri di Allen Jones, cantore di una realtà sublimata in presenze femminili che evocano attraverso forme semplificate e tinte forti il complesso mondo dell'eroticità e del desiderio, e segue con un brano di Giacomo Balla relativo alla sua fase di analisi della realtà attraverso l'osservazione del prisma e della luce. Rappresentante della scultura italiana nelle sue espressioni storiche più recenti è infine l'opera Asse del Movimento (1983-1987) di Arnaldo Pomodoro, in cui la purezza dell'elemento geometrico triangolare è intaccata da una profonda lacerazione che fende il bronzo, quasi a ricordare come la dimensione del reale non sia sovrapponibile all'idea di perfezione quanto piuttosto a quella di perfettibilità.