«A Bologna, presso la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., vengono invece presentate fino al 30 giugno (catalogo in proprio) venticinque opere recenti di Mel Ramos, sessantacinquenne artista californiano seguace della Pop Art, celebre in tutto il mondo. Le opere più note di Ramos appartengono certamente alla serie delle pin-up, procaci nudi femminili che l'artista ha dipinto secondo le abitudini grafiche della pubblicità e di certa stampa illustrata degli anni Cinquanta-Sessanta. Con quelle opere Ramos ironizzava sulla mercificazione del sex-appeal, a cui tali immagini fanno affidamento, aspetto di una più ampia degenerazione del costume e del gusto in cui l'uomo "consumista" di Warhol era caduto. Ramos non ha dimenticato le ragazze tutte curve che gli hanno portato tanta fortuna, e continua ancora a dipingerle. Forse non ancora è certo se le sue opere vengano apprezzate per il ridicolo in cui pone quelle playmate o se le ragazze discinte abbiano un loro effettivo fascino sul pubblico maschile. Le pin-up ora vengono inserite, non più riprese dalla stampa popolare, non più dell eillustrazioni di Vargas o di Elvgren, ma dai capolavori della storia dell'arte. Un effetto divertente e dissacrante che conferma la vena sarcastica di Ramos, semplice ed efficace, dando luogo a curiosi pastiche figurativi in cui bello e brutto, antico e moderno, colto e popolare si confondono, spiazzandoci sulla loro effettiva distinzione».
Vittorio Sgarbi, Oggi, 2001
La mostra dedicata a Mel Ramos, artista americano appartenente alla prima generazione della Pop Art e celebre per le sue sensuali pin-up, propone un nucleo di 25 opere, alcune pensate appositamente per questa esposizione, dedicate al tema della bellezza. Su grandi tele, realizzate con una tavolozza di colori confetto volutamente kitsch, Ramos celebra un ideale di femminilità intrecciando figure mitologiche e bellezze dei giorni nostri: un "olimpo" che riflette valori e canoni estetici della nostra cultura di massa. L'artista attua una rivisitazione ironica e divertita della storia dell'arte contaminandola con il linguaggio dei mass media. Estrapolata dalle metamorfosi di Ovidio, Galatea, mitica sposa di Pigmalione, diventa per metà statua e per metà starlett, in una via di mezzo tra una scultura del Canova e il cinema sexy, posando disinibita secondo il repertorio della statuaria classica come in Galatea and Eros, Galatea and Pan, Galatea n.4 with lion. Altre figure si sdraiano su sigari, Hav-a-Havanna; si avvinghiano a bottiglie, Campari: You like it, it likes you; si stendono su piatti di dolciumi e di pesce, Caciucco Cutie, Donut Doll, Rubarb Ruby; in pose ammiccanti da calendario. Sono figure tra parodia e desacralizzazione dell'immaginario collettivo, che utilizzano la citazione classica per analizzare con lucidità critica la storia del mito femminile, del bello ideale e della perfezione della forma.
Mel Ramos contamina l'iconografia colta dell'arte moderna e quella patinata o pubblicitaria della contemporaneità per ironizzare sul plagio mediatico e sul mito dell'immagine, ma anche per mostrarci quanto la cultura di massa utilizzi l'arte come serbatorio di idee e di icone, deconstualizzandole e privandole del loro significato originario. Nella serie di opere su carta "The drawing lesson" la modella posa accanto al suo schizzo in un gioco di doppi sensi sulla bellezza e sulla libertà espressiva dell'arte in contrasto alle immagini impersonali e sempre uguali della pubblicità.