Bisogna ricorrere all'arte per soddisfare un'urgente necessità vitale - Sandro Chia
In un'esplosione di colori, di linee che creano racconti e che si inseguono sulle diverse superfici lucide, la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. ospita nella sede di Parigi la mostra personale di Sandro Chia tra i protagonisti della Transavanguardia, il movimento nato negli anni Ottanta a New York da un gruppo di artisti italiani che mira a recuperare la figurazione e la narrazione, caratteristiche principali della tradizione e della storia dell'arte italiana. Figura e racconto nel caso di Chia si sviluppano non solo in pittura, ma anche in scultura, nel mosaico e nella ceramica. In questa chiave, la galleria Maggiore presenta accanto ad alcune maestose tele dipinte, una selezione di opere create per l'importante rassegna personale di Chia al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza (2011) - realizzata con il contributo di Maggiore g.a.m. - dove pittura e ceramica si integrano in un continuum poetico.
Come riporta Chia stesso «la ceramica è la festa della superficie [...] allora mi sono chiesto: come appare la ceramica quando non è guardata? Questo è forse il vero movente del lavoro intrapreso». Una serie di opere in cui la creazione materica e il segno narrativo si amalgamano per plasmare l'opera stessa e diventare elementi costitutivi dell'arte, perché sempre secondo Chia «bisogna ricorrere all'arte per soddisfare un'urgente necessità vitale».
La produzione artistica di Sandro Chia è molto vasta e ricca di citazioni, memorie, riferimenti sia alti che bassi e allo stesso tempo di contraddizioni continue. La sua straordinaria capacità di riportare tutto sullo stesso piano eleva e rimodula gli elementi in esse presenti, assottigliando la distanza tra cultura alta e cultura popolare. Il risultato è un repertorio iconografico di ampio respiro, che attinge tanto dall'antico quanto dal moderno. Le grandi tele esposte, dense di colori brillanti e intensi, accolgono personaggi imponenti e si offrono allo sguardo dello spettatore come un tutt'uno, affondando le radici nella tradizione aurea italiana. I titoli, accattivanti ed esemplificativi, completano l'opera stessa. Dalle tele alla ceramica, il segno di Chia si trasferisce. La selezione di ceramiche presenti in questa mostra, realizzate in occasione della grande esposizione Sandro Chia Ceramica vs Disegno 1:0 allestita al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza nel 2011 - realizzata grazie al contributo della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. - evidenzia come la pittura si inserisca non solo sulla superficie, ma entri all'interno dell'opera stessa, come nel caso delle Cornici, dove l'opera è composta non solo dalla cornice in ceramica, ma anche dalla carta che essa
custodisce: disegni che raccontano storie di uomini e di luoghi. Si ripercorre così il percorso artistico del maestro, permettendo un'ulteriore riflessione su come l'attraversamento delle avanguardie, cui allude il termine "Transavanguardia", indichi un'apertura alla sperimentazione che utilizza indifferentemente ogni linguaggio, se adatto alla necessità espressiva, dando vita a un eclettismo non solo stilistico ma anche tecnico. Nascono così cornici, mappamondi e libri in ceramica, realizzati all'interno della Bottega d'Arte Ceramica Gatti di Faenza con il contributo della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m.
Sandro Chia nasce a Firenze nel 1946, dove studia all'Istituto d'Arte e all'Accademia di Belle Arti. Durante gli anni settanta il suo lavoro si distanzia sempre di più dall'arte concettuale che si andava affermando in quegli stessi anni, a favore della riscoperta del linguaggio pittorico, attirando una crescente attenzione dalla critica italiana ed europea. Ha vissuto per due decenni a New York e nel corso della sua carriera ha esposto alle Biennali di Parigi e San Paolo e più volte alla La Biennale di Venezia. Tra le sue mostre personali più significative ricordiamo quelle allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1983, al Metropolitan Museum di New York e al Muséè d'Art Modern de la ville de Paris nel 1984, alla Nationalgalerie di Berlino nel 1984 e nel 1992, tra le altre. Nel 2009 ha partecipato alla Padiglione Italia della 53a Biennale di Venezia e nel 2003 lo Stato Italiano ha acquistato tre opere per la collezione permanente del Senato della Repubblica a Palazzo Madama.