Bertozzi & Casoni è una società fondata nel 1980 ad Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961 - 2023).
Si formano all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza dimostrando da subito un particolare interesse per la sperimentazione scultorea e indirizzando la loro ricerca verso un dialogo con la tradizione dell'arte.
La ceramica costituisce per loro la possibilità di realizzare sculture dipinte e anche l'occasione per superare finalmente l'idea che circoscrive questo materiale all'ambito delle arti applicate, divenendo portavoce, con le loro prime creazioni di maiolica colorata, di una "nuova ceramica".
Nel 1983 si avvia Il lungo sodalizio tra Bertozzi&Casoni e Franco e Roberta Calarota che presentano il loro lavoro per la prima volta nell'ambito di "Ars Decorativa", una mostra collettiva allestita negli spazi della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m..
Tra il 1985 e 1989 collaborano con la Cooperativa Ceramica di Imola come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica che sarà lo sponsor degli interventi che Bertozzi&Casoni realizzano a Tokyo ( Tama New Town, 1989-90) e a Imola, con il grande pannello "Ditelo con i fiori" collocato su una parete esterna dell'Ospedale Civile. Tra il 1983 e il 1994 il lavoro di Bertozzi&Casoni inizia a mostrare dei punti di tangenza con il mondo del design: per Dino Gavina realizzano la "Poltrona Ercolano", iniziano la collaborazione con lo spazio Dilmos a Milano e partecipano a diverse edizioni di Abitare il Tempo a Verona e alla Triennale di Milano.
Se la produzione scultorea degli esordi era caratterizzata da piccole dimensioni, con l'inizio degli anni Novanta le creazioni di Bertozzi & Casoni raggiungono la grande scala, per arrivare a toccare - con "Bosco sacro" del 1993, "Evergreen" del 1995 e "Scegli il Paradiso" del 1997 - degli apici dimensionali e realizzativi fino a quel momento insondati. Si chiude così il capitolo della maiolica dipinta per giungere a sperimentazioni che prevedono l'utilizzo quasi esclusivo di materiali e di tecnologie di derivazione industriale. I virtuosismi pittorici lasciano il posto alla resa oggettiva e realistica degli oggetti rappresentati e la sfera concettuale dell'opera di Bertozzi & Casoni inizia a caricarsi di valori che costituiranno il fil rouge teorico della loro produzione con la riflessione sulla Vanitas e sul Memento Mori. Questi temi torneranno a più riprese sotto le sembianze di trasfigurazioni fantastiche realizzate all'insegna di un iperrealismo vivido e oggettivo: si apre così il capitolo delle "contemplazioni del presente" nelle quali l'attenzione è rivolta a bloccare ciò che è caduco e transitorio in una istantanea in grado di elevare l'oggetto in questione ad icona e simbolo della condizione umana.
Nel 2004 sono invitati ad esporre alla Tate di Liverpool e alla quattordicesima edizione della Quadriennale di Roma. Nel 2007 Cà Pesaro Galleria Internazionale d'Arte Moderna (Venezia) ospita una loro mostra personale e l'anno seguente altre due personali sono organizzate presso il Castello Sforza di Milano e il museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Nel 2011 il loro lavoro è esposto nel Padiglione italiano de La Biennale di Venezia. Nel 2013 il Museo Beelden aan Zee a l'Aia gli dedica una mostra personale e Nel 2014 i loro lavori sono esibiti negli spazi monumentali di Palazzo Té a Mantova e al Museo Mambo di Bologna. Seguono moltissime mostre loro dedicate in gallerie e musei, tra cui nel 2017 una personale nel bolognese Palazzo Poggi e una al Museo Morandi di Bologna nel 2019. il 16 dicembre 2017 è stato aperto il Museo Bertozzi & Casoni a Cavallerizza Ducale (Sassuolo), una collezione permanente in cui convergono i lavori più significativi della loro produzione artistica.