Alberto Savinio (Atene, 1891 - Roma, 1952), pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico, è un pittore e letterato italiano, fratello di Giorgio de Chirico e come lui uno dei fondatori dell'arte Metafisica. Nel 1910 si trasferisce a Parigi, dove conosce il poeta Guillaume Apollinaire ed entra in contatto con il vivace clima delle avanguardie insieme al fratello, prima di arruolarsi nel 1915 e venire distaccato a Ferrara. L'incontro con Filippo de Pisis e Carlo Carrà risulta determinante per la nascita della Metafisica quando, in occasione del suo trasferimento a Roma nel 1919, aderisce al gruppo di "Valori Plastici" e diventa uno dei maggiori teorici del "ritorno all'ordine": quest'ultima corrente viene a crearsi come reazione al primo conflitto mondiale riproponendo i valori del classicismo e della figura, in aperto contrasto con gli sperimentalismi delle Avanguardie, oltre a ritrovare il fascino della figura e della composizione tradizionale nell'illustrare repertori e iconografie classiche all'interno delle tele.
Savinio inizia a dipingere tardi: le sue prime celebri opere (L'ile des charmes, 1928; Atlante, 1927, Annunciazione, 1932) sono intrise di raffinati temi mitologici uniti a un'ironia sottile, in una interessante via di mezzo fra surrealismo e metafisica ed il suo lavoro viene citato già nel 1925 da Anton Giulio Bragaglia. Se il fratello Giorgio De Chirico incentra la propria poetica sulla malinconia, Savinio fa dei suoi temi (fra i più ricorrenti, la metamorfosi uomo-animale) una ricerca colta e piena di simbolismi di stampo letterario e musicale, campi in cui l'artista si cimenta a più riprese. Nel 1940 espone alla galleria Il Milione di Milano e nel 1943 la Galleria dello Zodiaco di Roma gli dedica una personale di disegni. Nel 1951 viene invitato alla rassegna Artisti d'Italia organizzata presso Palazzo Reale a Milano, un anno prima della sua morte improvvisa.
Nel 1954 la Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva.
Le sue opere sono conservate presso la GAM di Torino, il MART di Trento e Rovereto, nonché presso il Fine Arts Museum di Boston e la National Art Gallery di Washington.