«Ho imparato a vedere le cose in un altro modo. Anche nella pittura più tardi non è che sia cambiato tutto. Non è che per reazione agli orrori abbia riscoperto la felice infanzia. I cavallini, i paesaggi dalmati, le donne dalmate c'erano anche prima. Ma dopo ho potuto vedere tutto altrimenti. Dopo le visioni di cadaveri, spogli di tutti i requisiti esterni, di tutto il superfluo, privi di maschera dell'ipocrisia, delle distinzioni di cui si ricoprono gli uomini e la società, credo di aver scoperto la verità, di aver capito la verità: la terribile e tragica verità che mi è stato dato di toccare. I paesaggi dalmati sono ritornati, hanno perso tutto quello che era di troppo e di pettegolo. Si sono aggiunti i paesaggi senesi: cadaveri spogli, martorizzati dalle intemperie. Mi ci voleva, per la pittura almeno, questa grande lezione».
Zoran Mušič, nel catalogo Music, Opere 1946-1985, Museo Correr - Venezia, Electa Editrice, 1985